Ci sono alcune parole chiave su come è strutturata la PGS DON BOSCO
prima parola chiave è CORRESPONSABILITA’:
Il gruppo , che guida la Polisportiva, può funzionare bene e raggiungere i suoi obiettivi se i membri hanno coscienza della loro situazione di interdipendenza e se ne accettano le leggi e le conseguenze.
Si deve operare con “co-esione” e “cor-responsabilità”. La coesione esprime la situazione oggettiva di un insieme dove le diverse parti occupano ciascuna il posto e il ruolo che le compete. La corresponsabilitàesprime l’atteggiamento soggettivo della coscienza dei diversi membri, ciascuno dei quali accetta la parte di responsabilità degli altri, e ciascuno è pronto a rispondere davanti agli altri del proprio compito, assolto con la preoccupazione dell’unità della persona del giovane, che resta sempre il destinatario del proprio servizio educativo sportivo.
seconda parola chiave è AGILITA’:
Centri di decisione identificabili, organigrammi che regolino chiaramente la responsabilità, calendari precisi, professionalità, lavoro sodo, Certo, non si vogliono creare maxi strutture la cui gestione appanna la bellezza del lavorare insieme o soffoca la qualità dei rapporti, né calendari sportivi così fitti da dimenticare che tutti (ragazzi o responsabili) hanno una vita più ampia di quella sportiva.
terza parola chiave è FLESSIBILITA’:
Proprio perché la PGS DON BOSCO nasce dalla vita dell’oratorio, gli orari e i ritmi delle attività sportive dovranno essere in sintonia con le attività dell’ oratorio e della parrocchia. La scelta dei campionati o dei tornei, la loro durata , la loro collocazione in particolari fasce di orari e giorni, va fatta alla luce del complessivo bene della crescita dei ragazzi.
Inoltre si conservi sempre la possibilità di concordare lo spostamento di una partita o di un allenamento qualora ci fossero motivi ragionevolmente importanti per il più ampio cammino educativo di quella fascia d’età, senza compromettere la serietà e la continuità che la pratica sportiva richiede.
quarta parola chiave è VERIFICA:
Si deve essere attenti alla qualità educativa del proprio lavoro, e almeno una volta all’anno verificare se gli obiettivi del Progetto Educativo Sportivo sono quelli che realmente si perseguono. E’ necessario che gli allenatori e i dirigenti verifichino anche questo aspetto oltre che quelli tecnici e organizzativi che sono al servizio di un buon cammino educativo.
quinta parola chiave è ACCOGLIENZA:
Significa saper creare un clima di relazioni interpersonali amichevoli, prima, tra i giovani stessi e, poi, fra gli alleducatori e giovani, in cui prevale la confidenza reciproca, la spontaneità, il dialogo, la condivisione.
E’ fondamentale l’accettazione dei giovani così come sono, senza troppi filtri che selezionano l’entrata e, spesso, facilitano l’uscita da un ambiente educativo.
Ci sono dei “criteri” di ammissione, pena il dequalificare l’ambiente educativo ; ma sono ridotti al minimo affinché ad ognuno sia data la possibilità di intraprendere un cammino educativo.
L’accoglienzagenera una circolazione di reciproca amicizia, stima e responsabilità, al punto da suscitare nel giovane la consapevolezza che la sua persona ha un valore ed un significato che oltrepassa quanto egli stesso aveva immaginato. E questo mette in azione ogni sua migliore energia.
L’accoglienza tocca più profondamente quando a coinvolgere il giovane non è solo una persona, ma tutto un ambiente carico di vita e ricco di proposte.
sesta parola chiave è OLTRE:
Proprio per la nostra concezione di sport che rammenta sempre che l’atleta è un uomo, la Polisportiva, insieme ai gruppi Oratoriani ed alla comunità educativa pastorale tutta, si deve fare carico di stimolare con incontri, attività, feste ed esperienze non solo strettamente sportive, i ragazzi e le loro famiglie. “Oltre” può spingerci a cercare risposte nuove attraverso lo sport quali, nuove discipline, modi diversi di praticarle, una maggiore attenzione al mondo femminile, e un particolare riguardo al mondo dell’handicap .